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Mar. Dic 24th, 2024

Le aziende del settore alimentare italiano cambiano modello di business e investono nei canali online. Dalla Gdo ai piccoli produttori le aziende food puntano sulla relazione diretta con il consumatore e sull’e-commerce. 

È quanto emerge dal report Digital Food Strategy – Le aziende dell’alimentare diventano sempre più smart di Casaleggio Associati presentato a Milano durante un evento digitale che ha coinvolto oltre 1000 persone collegate in streaming. 

La ricerca ha analizzato i dati relativi alle vendite online del 2019 del settore alimentare che registrano una crescita del 19%

Secondo le stime di inizio anno ed escludendo il delivery e i pasti pronti, il Food & Beverages online nel 2020 in Italia avrebbe dovuto raggiungere quota 653 milioni di dollari, con una crescita del 9,8% sul 2019. Le stime più recenti che considerano l’impatto del Covid hanno invece aggiornato questa cifra a 697 milioni di dollari. E nel 2024 si prevede che il settore raggiunga i 1.013 milioni di dollari, con una penetrazione in termini di user del 20,8% (6,6% in più rispetto al 2020).

I dati del primo semestre 2020 rilevano che la pandemia ha influito in modo sostanziale sull’evoluzione della presenza online del settore alimentare italiano con un incremento di oltre 2 milioni di clienti online da gennaio a settembre 2020

Ma sebbene il mercato online alimentare in Italia non arrivi ancora all’1% del totale, contro il 4-8% nel resto d’Europa, è evidente come i brand e i produttori italiani abbiamo radicalmente cambiato l’approccio nei confronti della rete, luogo di vendita e di fidelizzazione imprescindibile.

“Il 2020 è l’anno in cui l’intero settore alimentare ha subito un’accelerazione nel futuro, in pochi mesi c’è stato un salto in avanti di almeno 5 anni – spiega Davide CasaleggioPresidente di Casaleggio Associati – I canali online hanno ricevuto una domanda fino a 30 volte superiore creando molti spazi anche per nuovi operatori. Si tratta di un processo irreversibile destinato a crescere e a rafforzarsi nel tempo. Chi saprà stare al passo con questo cambiamento rimarrà sul mercato, chi invece si affiderà ai canali tradizionali rischierà di soccombere e sparire”.

Ma se in molti hanno investito e hanno avuto successo, va evidenziato come il settore della logistica legata al food sia stato messo a dura prova dovendo far fronte ad un aumento della domanda con picchi anche del 300-400%.

“L’agroalimentare italiano è il primo settore industriale italiano e vale 538 miliardi di euro, il 25% del PIL, con 3,8 milioni di occupati in circa 70.934 aziende- continua Casaleggio – Si tratta di imprese molto frammentate delle quali l’86% ha meno di 10 dipendenti. In questi ultimi mesi sia i grandi brand che i piccoli produttori si sono accorti dell’importanza di creare una relazione digitale diretta con il cliente. Con i negozi chiusi la rete è stato l’unico contatto con l’esterno e chi lo ha capito per primo ha sofferto meno. La pandemia ha dato una grande accelerazione alla digitalizzazione del settore alimentare portando la creazione o l’ottimizzazione degli e-commerce ma ha anche messo in evidenza la frammentazione del settore e le grandi differenze tra prodotti per ognuno dei quali si impone una riflessione rispetto alla vendita in rete”.

Attraverso l’analisi del mercato italiano e interviste ai top manager delle aziende alimentari del nostro Paese la ricerca di Casaleggio Associati ha individuato 4 modelli di business ricorrenti per l’e-commerce che variano in base alla tipologia di prodotto: il prodotto autonomo, ovvero singoli prodotti capaci di soddisfare il bisogno, il paniere proprietarioil paniere in partnership e i prodotti della spesa venduti attraverso la GDO.

I quattro modelli di strategia e-commerce generano un approccio diverso in termini di relazione digitale con il cliente finale e all’attività di marketing. Agire su queste due leve consente di ottimizzare il modello di e-commerce e di puntare all’affermazione della propria presenza online.

Investire nella rete e in un canale online comporta, infatti, investimenti non solo nella logistica e nella distribuzione ma anche nel marketing per instaurare e migliorare la relazione digitale con il cliente dando valore al brand, legando il prodotto a un’esperienza, differenziando i prodotti creando dei pack scorta o regalo, proponendo acquisti facilitati attraverso una gamma di prodotti di più brand che completano il paniere, gli abbonamenti e il riordino automatico. 

“Per le aziende del Food la presenza online non è più una scelta – continua Casaleggio – ma una richiesta che arriva dal consumatore. Il cliente finale vuole una relazione diretta con il brand, conoscere la filiera produttiva ed è sempre più attento a quello che consuma.” 

Analizzando un campione di circa 125 tra i più noti produttori e brand italiani la ricerca riporta che il 30% dispone di uno shop online integrato all’interno del sito proprietario, il 2% ha uno shop sul sito ma per l’acquisto rimanda ad un marketplace o a un sito terzo, mentre il 68% dispone solo di un sito vetrina.

La presenza online impone anche una strategia di comunicazione forte che ha visto crescere la presenza in rete dei food influencer. Nel 2019 il 25% degli utenti ha acquistato prodotti promossi da influencer immediatamente, mentre il 74% dopo un po’. Il 24 acquista tramite sito di brand, mentre il 45% sui marketplace e il 10% in store. 

Il food è il settore che investe di più e tra maggio e agosto 2020 le interazioni con gli influencer sono aumentate del 32%.

Infine si sta imponendo sempre più il tema della tracciabilità della filiera alimentare che è anche regolamentata a livello di legge ed è obbligatoria in tutta Europa dal 2005. Il vero passo avanti per garantire piena trasparenza oggi è l’utilizzo della blockchain che garantisce la valorizzazione dei prodotti etici, la visibilità della qualità e la genuinità dei prodotti, certifica la provenienza e quindi l’italianità dei prodotti e crea un contatto diretto con il cliente finale. 

Partner dell’iniziativa: PonyU, azienda specializzata nella logistica urbana

Media Partner: Gruppo Food

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